Claudio Borghi e Alberto Bagnai tornano al centro della scena con nuove battaglie sovraniste e contro l'OMS
Claudio Borghi e Alberto Bagnai: i ritorni del sovranismo leghista al centro della scena
Sono tornati, o forse non se ne sono mai andati. Claudio Borghi e Alberto Bagnai, due volti storici del sovranismo leghista, tornano protagonisti del dibattito politico in Italia, anche grazie al ritorno di Donald Trump, il loro punto di riferimento. Borghi, entusiasta e loquace, celebra la vittoria del sovranismo, dichiarando che "le cose stanno venendo dalla nostra parte" e parlando di una possibile rivoluzione a tutti i livelli.
Milanese, classe ’70, Borghi ha un passato variegato che va dal fattorino al broker, passando per la Deutsche Bank. La sua carriera politica inizia nel 2018 quando Matteo Salvini lo coinvolge grazie alle sue teorie anti-euro. Oggi, senatore della Lega, Borghi continua a propugnare teorie fuori dal "pensiero unico", e tra qualche settimana pubblicherà un libro sul sovranismo.
Bagnai, fiorentino, classe ’62 e professore di economia, è il più riservato dei due. Siede oggi alla Camera, dopo essersi scambiato il posto con Borghi al Senato, e rimane lontano dai riflettori, rilasciando poche dichiarazioni ma sempre dalla parte del "No" su temi caldi. Entrambi attivi su X, il social di Elon Musk, Borghi e Bagnai si sono recentemente distinti per il loro disegno di legge contro l’adesione dell’Italia all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), spinta in parte dall'uscita di Trump dall'Oms e dal desiderio di allinearsi al suo asse geopolitico.
Secondo Bagnai, l’Oms è un esempio di governance multilaterale che ha gestito la globalizzazione, mentre Borghi critica l’organizzazione definendola un "carrozzone" che favorisce solo chi ci lavora. Entrambi si dicono soddisfatti di poter finalmente parlare liberamente, senza essere ostacolati dalla "dittatura del pensiero unico". I due sembrano pronti a regalarci molte altre perle nel futuro prossimo.
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